A Vinci inaugurata ''La battaglia di Anghiari, un'altra versione'' di Nico Paladini

A Vinci inaugurata ''La battaglia di Anghiari, un'altra versione'' di Nico Paladini
nico paladini
Cittadini, visitatori, rappresentanti dell'amministrazione di Vinci e presidente della Regione Giani, tutti presenti per inaugurare la grande opera dell'artista Nico Paladini

Un’inaugurazione suggestiva ed emozionante quella tenutasi, giovedì 30 Maggio, presso lo spazio spazio museale del Comune di Vinci in via Montalbano, per presentare la grande opera realizzata dall’artista vinciano Nico Paladini, “La battaglia di Anghiari, un’altra versione”.

La prima opera ad olio su tela di tali dimensioni (12m x 3m) che entra a far parte del Museo Leonardiano.

Grande affluenza e partecipazione da parte dei cittadini, dei visitatori e che ha visto la presenza dei rappresentanti dell’amministrazione e del Presidente della Regione Eugenio Giani, per rendere omaggio al grande lavoro compiuto da Nico Paladini. Fondatore del movimento del Metropolismo, Paladini ha voluto rendere un omaggio al grande maestro Leonardo e alla sua città natale, facendo un dono alla cittadina.

Sono passati ben quattro anni dalla nascita della folle idea nata quasi per scherzo, da uno scambio di battute con il Sindaco Giuseppe Torchia, non senza difficoltà date sia dal periodo del covid, sia dall’imponenza della realizzazione; ma non solo, anche dal punto di vista di studio e di interpretazione.

Nico Paladini racconta infatti che “all’inizio trovandomi di fronte a questa tela enorme, bianca, non vi nego che ho avuto delle titubanze. Poi ho iniziato e ho deciso di partire dagli studi dei disegni preparatori originali e dalle copie del nucleo centrale leonardiano della conosciuta Lotta per lo stendardo” con cavalieri e fanti, tra cui anche quella conservata al Louvre e attribuita a Pieter Paul Rubens; una composizione straordinaria, complessa, di grande fascino grafico, che nel movimento entropico delle figure esprime sia un possibile equilibrio che un grande dinamismo, da lì in poi la mia mano è come se fosse stata guidata, le incertezze sui colori e figure sono svanite”.

Partendo da questa, Paladini ha deciso di rispettare l’idea di Leonardo, collocandola al centro della sua opera. Da lì si è dipanato tutto il resto dello scenario, con studio accurato della prospettiva, per rendere cavalieri e ambientazioni quasi tridimensionali. Un momento quello della messa in opera, racconta Paladini: “Prezioso. Tutti noi nell’invecchiare abbiamo un momento preciso in cui ricordiamo l’infanzia, in maniera chiara, limpida. Ecco, realizzare quest’opera per me ha rappresentato questo momento. Sono ritornato a quando ero bambino e percorrevo le stradine e le viuzze del paese, scrutando simboli ed edifici storici che mi sono sempre rimasti impressi nella memoria”.

Un’opera potente quella di Nico Paladini che spacca la tela, che sembra quasi uscire fuori dal supporto.

Resterà esposta in modo permanente, grazie anche al prezioso lavoro svolto per il montaggio e la progettazione della struttura in acciaio dai componenti dell’Associazione MUD di Vinci, dall’Ingegnere Antonio Cinelli, dall’Architetto Mattia Desideri e dal fabbro Cavallaro Gianni che ha allestito tutti i pezzi del “telaio”.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Condividi questo articolo:

Potrebbero interessarti