Stasera, lunedì 2 settembre, la sezione Anpi di Vinci e il Comune di Vinci invitano sul palco del Teatro della Misericordia alle ore 21.00 “Poveri noi - Storia di una famiglia nella tragedia della guerra”, di e con Silvia Frasson, con la regia di Andrea Lupo.
Musiche originali di Guido Sodo, con la consulenza storica di Savina Reverberi Catellani, prodotto dal Teatro delle Temperie e con il sostegno di ANPI sezione di Valsamoggia, Comune di Valsamoggia, Regione Emilia-Romagna con il patrocinio di Amnesty International Italia. Spettacolo vincitore del Premio Giacomo Matteotti 2023 - XIX edizione, organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su temi di libertà e giustizia sociale.
“Poveri noi - Storia di una famiglia nella tragedia della guerra” racconta la storia della famiglia di Gabriella Degli Esposti, Partigiana Medaglia d’oro al Valore Militare; ma in realtà racconta la storia di una famiglia qualunque in un qualunque momento storico, vittima di una qualunque guerra in un qualunque paese del mondo. Questa è una storia raccontata con estrema Semplicità (la lettera maiuscola è fortemente voluta). Un ritorno desiderato e cercato alla sostanza delle cose, degli avvenimenti, dei desideri e dei bisogni, delle emozioni. Una semplicità che viaggia su due livelli. Innanzitutto nella scelta di raccontare questo pezzo di grande storia collettiva, dal punto di vista di quella che all’epoca era una bambina, ovvero la figlia di Gabriella Degli Esposti, Savina Reverberi Catellani, che ha partecipato anche come consulente storica durante la scrittura dello spettacolo.?In secondo luogo, c’è una ricerca di estrema semplicità nella scommessa di prendere temi così grandi e densi di elementi - gli accadimenti storici, la guerra, la lotta per la libertà, la decisione di schierarsi per le proprie idee mettendo a repentaglio se stessi e la propria famiglia - e affidare a un solo personaggio, al centro di una scena del tutto spoglia, il compito di farsi tramite di tutta questa complessità e restituirla agli spettatori”. (https://www.teatrodelletemperie.com/portfolio/poveri-noi-storia-di-una-famiglia-nella-tragedia-della-guerra/)
L’autrice e attrice dello spettacolo, Silvia Frasson, già ospitata nel territorio dell’empolese Valdelsa con altre storie come la “Vita salva” è conosciuta per il suo modo di fare teatro atipico, fuori dagli schemi: il teatro della narrazione, che racconta, narra, che si aggancia alle budella, alla vita di tutti noi, anche a chi di teatro non è avvezzo, inevitabilmente, trattando di temi tristi, felici, poco importa. Nel suo narrare e nella messa in scena troverete sempre un’anima salvifica delle cose, una presa d’aria e una via d’uscita dalla mancanza di respiro. Partendo dalle piccole cose che si fanno poi grandi, universali.
Nelle note dell’autrice leggiamo:
“È difficile trattare grandi tematiche in teatro. Difficile trovare il modo più efficace per raccontare una storia. E il difficile mi intriga. È una grande sfida, ogni volta. Cercare il modo migliore perché una storia tocchi più persone possibile, arrivi lì dove poche cose arrivano, schermati come siamo abituati a vivere, inevitabilmente. C'è un pezzo nello spettacolo dove si racconta di un trattore piccolo distrutto e fumante in un angolo della strada, davanti un soldato morto carbonizzato. Ma è il giorno della liberazione e intorno ci sono solo grida di gioia e festa. "Nessuno vuole guardare, nessuno vuole più soffrire" - si dice. Ecco, mi sembra che viviamo un costante giorno della liberazione, noi in questo momento storico-sociale. Cerchiamo - giustamente - boccate d'aria, vicoli per sfuggire ai dolori - altri, ancora? - ai cattivi pensieri, ingombranti. È forse un giusto spirito di sopravvivenza che ci fa difendere. E allora come si fa, a far risuonare certe cose grandi, certi aspetti della vita che riguardano tutti e che sono in agguato e di cui bisogna invece parlare, che bisogna ricordare, che poi, quando vengono allo scoperto, uniscono non distanziano, avvicinano, accomunano. È questa - del resto - la caratteristica delle grandi tematiche: la morte, l'amore, la guerra - riguardano tutti, anzi sono proprio le uniche cose che abbiamo in comune noi tutti sconosciuti dispersi e lontani nel mondo. Come si fa? Si incontrano le persone, si ascoltano storie di altri, si guarda il mondo con uno sguardo non nostro. È successo così con Savina (Reverberi Catellani), ho incontrato il suo sguardo, prima della sua storia e di quella della sua famiglia. Ho visto con i suoi occhi. Ho attraversato le cose che ha vissuto con la sua pelle. Così facendo, ho trovato il modo giusto per raccontare di una cosa grande enorme difficile infernale e - ahimè - sempre attuale: la capacità di distruzione e azzeramento che solo la guerra può avere. Non una, tutte le guerre. In ogni tempo. E allora si parte proprio quando la guerra non c'è e c'è invece la vita, scoperta passo dopo passo da una bambina di campagna, vivace, che cresce nella sua famiglia, che fa i capricci, che ride e corre e inciampa e cade e ride ancora. Si parte proprio da tutto quello che, una volta arrivata la guerra, viene spazzato via - "in un attimo". Tutte le cose che noi facciamo normalmente: mangiare quello che ci va, uscire, camminare, scherzare, dire ciò che pensiamo, cantare, stare insieme. Tutte cose che facciamo e che perdiamo subito, appena perdiamo la libertà. La storia di Savina è proprio la storia di tutto quello che accade quando incombe una guerra. A tutti, in tutto il mondo, ora e sempre. E forse, ad averlo bene davanti agli occhi, a farcelo arrivare vicino, più vicino che si può, possiamo stare più attenti a scongiurarlo, in ogni modo, in ogni tempo”. (Silvia Frasson)
Lo spettacolo teatrale, a ingresso libero, sarà realizzato con il contributo del Consiglio regionale ai sensi della L.R. n. 3/2024
Prenotazioni 0571 933285 - [email protected]