“Sono molto arrabbiata, piena di dolore e non riesco più a stare zitta. Sono stata toccata duramente dalla delinquenza e credo sia arrivato il momento di smuovere questa situazione, di fare qualcosa, di prevenire. Come in tutti i fatti di cronaca di violenza, di qualsiasi tipo, una volta avvenuti è già troppo tardi. Dobbiamo agire prima”, così parla Manuela Mussetti, figlia di Carla Niccolai, 83 anni, ricoverata all’ospedale San Giuseppe di Empoli”.
È forte la solidarietà da parte di tutti i concittadini e non solo per Antonella e Carla, le due vittime della violenta aggressione avvenuta il giorno dell'Epifania intorno alle ore 15.00, da parte di un gruppo di minorenni nel sottopasso che unisce via Fabiani con via dei Cappuccini. Erano dirette a Ponzano davanti alla chiesa dove abita Carla, dopo un pranzo sereno e tranquillo passato insieme in una pizzeria del centro. La prima, settantenne di Siena è ancora sotto choc, la seconda, Carla Niccolai, empolese, invece riporta spalla rotta, bacino rotto in 2 punti e trauma cranico. Un episodio forte che ha toccato tutti e che ha dato forza alla figlia Manuela di parlare.
Manuela, innanzitutto come sta sua madre?
“Mia mamma non sta bene, sta aspettando l’iter delle varie visite, tra cui la tac alla testa per capire cosa le ha provocato il trauma cranico e la programmazione delle operazioni che dovrà affrontare, oltre che a stare ferma trenta giorni per via del bacino rotto in due punti. Chissà come tornerà e quanta riabilitazione dovrà fare e se sarà efficace, data l’età e la fragilità del suo corpo minuto. L’altra signora invece è sotto choc. È stata un’aggressione inaspettata: erano le ore 15, in pieno giorno e non erano ai margini della città, nell’unico accesso pedonale che unisce le due parti della città. È assurdo pensare che uno debba prendere un taxi per fare meno di due chilometri di strada, per sentirsi sicuro ad arrivare a casa. Erano appena uscite da un pranzo in una pizzeria. Erano sole a piedi, la situazione ideale per approfittarsi di due donne gracili e anziane a braccetto, di cui una zoppicante. Chi è intervenuto per soccorrerle è sceso di corsa dalla propria auto”.
Un grave episodio per la cronaca empolese che sta avendo eco anche a livello regionale e non solo
“Sì, ho volutamente alzato la voce per farmi sentire, per tirare fuori la polvere da sotto il tappeto. Siamo stati troppo zitti e adesso è arrivato il momento di dire basta. L’aggressione di mia madre è stata grave, di una cattiveria e spietatezza inaudite, senza regole, senza umanità, contro un corpo gracile di una signora anziana, per rubare cosa poi? Purtroppo è la punta dell’iceberg di una situazione che è stata troppo sottovalutata fino ad adesso ad Empoli, e che c’è invece e che è difficile da percepire se non capita a te in prima persona".
“Il problema è sociale e di educazione. In questo caso essendo coinvolti dei minorenni mi sono confrontata anche con mio figlio, che ovviamente è molto provato dalla situazione; come tutti i ragazzi anche lui non è perfetto, sarebbe impossibile, ma è arrabbiato da tempo da quello che vede intorno: spesso mi racconta che si tende a giustificare la maleducazione nei confronti dei professori, degli adulti e il non rispetto degli altri coetanei con il fatto di situazioni al limite e di disagio. Ma non ci credo che sia solo questo. A volte non si vede più il limite, non ci si ferma di fronte a certe situazioni e si butta fuori una cattiveria che è inspiegabile. Come è successo nel caso di mia mamma e la sua amica. Se avessero avuto bisogno di soldi sarebbe bastato chiedere la borsa e loro gliela avrebbero data senza esitare”.
Quali prospettive vede e quali scenari si potrebbero aprire secondo lei dopo questo episodio?
“Non sono in grado e non ho le competenze a livello di leggi. Ma quello che mi verrebbe da dire è di sfruttare i canali che la nostra amministrazione ha a disposizione per chiedere aiuto. Se i canali utilizzati fino ad oggi non sono stati efficaci è necessario trovarne altri. Ho avuto la possibilità di parlare con la sindaca Brenda Barnini, che ha espresso la sua vicinanza a tutta la mia famiglia. Ma anche lei si trova inerme di fronte a questa situazione, nonostante abbia ricevuto plurime segnalazioni. Credo nella difficoltà riscontrata dalla sindaca, ma non ritengo adeguata la strada intrapresa fino ad oggi”.
"Mi chiedo: se non è possibile agire singolarmente chiediamo aiuto, manifestiamo, chiediamo supporto anche ai cittadini per fare rumore, agli altri comuni limitrofi che fanno parte dell’Unione; il gruppo fa la differenza, ampliamo il raggio di azione per indagini, controlli, dato che determinati soggetti non risiedono sempre nella zona empolese; chiediamo aiuto alla Regione, alla prefettura e al Ministero, mettete a confronto maggioranza e opposizione per capire come è possibile agire. Il problema è della città, non partitico. Non si può ridurre il tutto ad una lotta interna tra le partiti. Se ci sono delle proposte valide anche da parte dell’opposizione vagliamole tutte e poi valutiamo la loro validità o meno".
“Abbiamo dovuto aspettare un’aggressione così grave per capire il livello della situazione che c’è. Agiranno grazie alle registrazioni delle telecamere, ma ormai il fatto è già avvenuto, è troppo tardi. E parlo per il caso di mia mamma, come per i tanti casi di violenza avvenuti negli ultimi mesi. Non possiamo agire solo a fatto avvenuto, dobbiamo prevenire! E parlo anche per me. Tutti dobbiamo metterci in testa di dover agire prima. È una situazione strana, è una mia sensazione, dove chi alza la voce viene buttato giù, ritorna avvolto nella nebbia e non si capisce perché. Adesso però non sto più zitta. Mia mamma parla, ma non si vuol far vedere. Si sente privata della propria dignità ed è molto provata. Per questo ringrazio tutti per la vicinanza e il supporto. E speriamo nel meglio possibile”.