Simone Campinoti, candidato a sindaco del centrodestra a Empoli, interviene in merito al biodigestore di Montespertoli:
“Ho atteso qualche giorno prima di scrivere, per vedere se ci fossero state delle reazioni, o almeno commenti ma, come mi aspettavo, nulla di nulla, tutti contenti di questo impianto di Biodigestione, nessun comitato, nemmeno le Mamme di "News a tutto Gas", o altri si sono preoccupati di dire la loro.
Premettendo che, anche a me piacerebbe farne a meno ma, non essendo un bugiardo ideologico come molti, so bene che di impianti di trattamento rifiuti non si può fare a meno ma che tutti e di tutti i tipi sono di competenza REGIONALE e non del Sindaco e - come ho già detto fino allo sfinimento, anche a chi mi accusa mentendo che io sia favorevole al gassificatore, solo perché da tecnico e persona leale ho spiegato con parole semplici e un esempio (quello del bagno), che gli impianti di trattamento servono e non farli è ipocrisia - da tecnico che sono, adesso mi posso però togliere un bel sassolino dalla scarpa rispetto a tutti gli altri candidati burocrati che, a causa della campagna elettorale e senza nemmeno sapere di cosa si parla ma solo contando i voti dei comitati, si sono dichiarati contrari al gassificatore cercando consenso sulla paura della gente, invece di spiegare le cose in modo serio: ovvero che adesso che è stato acceso questo impianto di biodigestione, che alla fine produce BioMetano, un metano solo più sporco, che è stato presentato in pompa magna, con tanto di numerose fasce tricolori a tagliare il solito nastro e a mangiare le solite tartine, alla presenza anche di elementi del Comune di Empoli che propone Mantellassi come nuovo Sindaco che, nel programma, ha messo NO GASSIFICATORE. Ebbene, nella presentazione è stato ben spiegato come funzioni l' impianto, fermandosi alla produzione di BIOMETANO ed omettendo di spiegare dove vada a finire questo GAS, motivo per cui adesso ve lo spiego io: tenendo conto che il biometano è un metano (CH4) che contiene la frazione carbonio che alla fine è quella che, anche se poco, è inquinante; questo metano viene, alla fine del processo, BRUCIATO per far girare gruppi elettrogeni endotermici che sono come i motori dei camion, ovvero che producono energia sia elettrica che termica (com' è giusto che sia), con conseguenti emissioni ambientali pari a quelle di alcuni camion o, per dirla tutta, senza nessuna differenza rispetto ad un impianto di termovalorizzazione che sarebbe estremamente più semplice; alla fine, quindi, sarebbe da valutare concretamente se impatti più il biodigestore oppure un termovalorizzatore di pari taglia di trattamento.
Onde evitare equivoci, concludo dicendo che questo impianto è molto vicino a casa mia e che non mi sento affatto in pericolo, anzi ritengo che la vicinanza sia una garanzia di sicurezza perché dovrebbe essere proprio questo il luogo del territorio più controllato ma, soprattutto, la considerazione finale che faccio è sulla strumentalizzazione ideologica fatta da chi, dimostrando profonda incompetenza, ha avversato il gassificatore di Marcignana e fa campagna elettorale sugli impianti: ebbene, emerge oggi che alcuni comitati siano contro il gassificatore e contro qualsiasi impianto vicino casa loro, non per l'eventuale pericolosità degli impianti stessi, ma per il deprezzamento dei loro immobili; atteggiamento, questo, poco democratico visto che gli impianti servono eccome, soprattutto se la questione viene venduta come "ecologica" senza tenere conto che, senza questi impianti, si devono spedire i nostri rifiuti altrove pagando così tutti un caro prezzo - non solo gli abitanti del luogo - a causa dell' impatto ambientale decisamente superiore generato dai camion che i trasportano.
Tutta questa storia spiega bene come l’unico modo per non avere un impatto ambientale a causa dei rifiuti sia non produrli, risultato che si otterrebbe solo facendo sparire la vita sul territorio; chi racconta storie diverse mente per ignoranza o per subdola convenienza o consenso!
Per cui, alla fine, se il problema è la distanza della propria casa dagli impianti, sperando che il "bubbone" venga fatto vicino a casa altrui, la soluzione è banale: previa un referendum che spieghi bene la conseguenze del risultato ottenuto dalla consultazione, è modulare le tariffe in base alla distanza, come in qualche caso già avviene: ovvero chi è vicino paga meno, per compensare il sacrificio di avere un impianti intorno casa, e chi è lontano paga molto di più per il vantaggio che ha ottenuto.
Insomma, tutto questo per dimostrare quanta ignoranza e ipocrisia girino intorno alla questione dei rifiuti che, alla fine, è un colossale business sia economico che politico, fino a diventare argomento principe da campagna elettorale, sfruttando così l'ignoranza e la paura della gente, quasi quanto il tema del Fascismo.
Detto questo, rimango a disposizione per eventuali incontri, per spiegare in maggiore dettaglio se quanto illustrato in queste poche righe non fosse sufficientemente chiaro per definire il livello di ignoranza e ipocrisia che gira attorno a questo tema specie in campagna elettorale”.
Fonte: Ufficio stampa