Esattamente ottanta anni fa dalla Piazza del Popolo di Empoli ben 530 ragazzi che abitavano nella zona andarono a combattere per la liberazione del resto d'Italia, diventando membri del Corpo volontari per la Libertà e lottando sugli Appennini tra Toscana ed Emilia Romagna. Empoli era già stata liberata il 2 settembre dell'anno precedente, ma il pensiero di un'Italia ancora dominata dai nazifascisti rinsaldava la volontà di essere partecipi di una nuova pagina della storia del Paese.
Le istituzioni, come accade ogni cinque anni, hanno voluto ricordare oggi quell’avvenimento, con una commemorazione di carattere regionale della partenza dei volontari della libertà, non soltanto da Empoli, ma da ogni parte della Toscana. Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha inviato al sindaco di Empoli un suo messaggio. Eccone il testo:
“Una giornata per ricordare la generosità di molti abitanti dell’empolese che parteciparono alla guerra di liberazione. Il loro fu un gesto di grande generosità e di altruismo verso altri italiani e per aver contribuito, con la guerra di liberazione e la Resistenza, a gettare le basi per la rinascita democratica dell’Italia, per l’affermarsi della Repubblica e l’approvazione della sua Carta costituzionale. Con questa quinquennale cerimonia a carattere regionale intendiamo quindi rendere omaggio e ringraziare ciascuno dei 530 empolesi che partirono per contribuire a sconfiggere le dittature e a liberare l’Italia, ma anche, e uno per uno, tutti i partigiani che parteciparono alla guerra di liberazione e, tra loro, i quasi 42.500 toscani. Il nostro grazie, a ottanta anni di distanza, risuona ancora oggi alto e forte, segno della nostra eterna riconoscenza, ammirazione e gratitudine”.
Da parte sua il sindaco di Empoli, ha detto: “Ringrazio tutti i presenti per questo grande appuntamento che ho l'onore di introdurre. Realizzare la cultura della memoria è fare quello che stiamo facendo oggi, rendere omaggio a chi ha scritto la storia e ha contribuito a costruire la democrazia in Italia. Di testimoni diretti a Empoli non ne abbiamo più, di quei 530 che oggi omaggiamo, ma hanno un posto speciale nella mia coscienza e nella vita di Empoli. Queste persone hanno scelto il sacrificio per un bene che non era il loro, visto che Empoli era stata già liberata. Hanno scelto il bene dell'Italia ancora sotto la morsa degli invasori e dei repubblichini. Dopo venti anni di regime fascista avrebbero potuto dire basta e invece hanno scelto di concludere l'impresa assieme a molti altri. Il nostro omaggio è doveroso, sperando di non dover ripetere gesti del genere, nonostante i venti di guerra e di intolleranza che soffiano sempre più vicini all'Europa”.