Dietro la maschera: il carnevale di Spicchio-Sovigliana tra passato e futuro

Dietro la maschera: il carnevale di Spicchio-Sovigliana tra passato e futuro
carnevale di spicchio-sovigliana
Il Carnevale di Spicchio-Sovigliana è uno degli ultimi del suo genere ad essere ancora in attività, un punto di riferimento per i bambini (e non solo) dell’Empolese-Valdelsa

Se è vero che l’Epifania porta via tutte le feste, lo è altrettanto il fatto che il Carnevale le riporta più colorate e divertenti di prima. Lo sanno bene gli abitanti di Spicchio-Sovigliana, piccola frazione del comune di Vinci, che ogni anno, vedono Viale Palmiro Togliatti trasformarsi in un palcoscenico magico sul quale sfilano i famosi carri trainati dai trattori, esplodono le musiche leggere e tantissime maschere riempiono l’atmosfera di allegria. Il risultato è sotto gli occhi di migliaia di persone che rimangono incantate di fronte a questo spettacolo che fa tornare bambini.

Incontriamo uno degli organizzatori, il segretario del comitato Carnevale sulle due rive, Angelo Marinelli, in un grigio pomeriggio di Febbraio, il periodo in cui si raccolgono i frutti del proprio lavoro e in cui si passa meno tempo a casa. “Facevo prima a dormire qui” scherza davanti ad un caffè del Circolo di Spicchio e “mia moglie mi vede poco in questo periodo ma ci è abituata”. Sì, perché ormai il Carnevale di Spicchio-Sovigliana ha già spento più di trenta candeline e non ha intenzione di fermarsi. E, a giudicare dalle quasi 6.000 persone, sempre più da ogni parte della Toscana e non, che sono venute apposta per partecipare, l’affetto a questa manifestazione non manca.

Angelo lo chiama “Carnevalino” ma non si riferisce alla quantità di carri o di maschere presenti. Lo fa con la tenerezza di chi l’ha visto nascere e crescere negli anni. “Era il 1992, mio figlio faceva le elementari qui a Spicchio - ricorda - lui e i suoi compagni volevano il Carnevale”. Da quella richiesta nasce la risposta di un piccolo gruppo di genitori che inizia a mettere su una semplice sfilata ma che per i bambini è già una magia che li fa sognare. “Il passaparola ha fatto il resto - dice Angelo - e adesso sono arrivato ad organizzarlo per mio nipote”.

Angelo è ben consapevole del fatto che la manifestazione che organizza “non è come quella di Venezia, né quella di Viareggio”, ma fa di ciò un punto di orgoglio perché il Carnevale di Spicchio-Sovigliana nasce con e per i bambini. Davanti ai carri di cartapesta trainati dai mastodontici trattori, dopo l’incanto iniziale, i più piccoli possono salire, giocare e liberare tutta la loro fantasia. Il fulcro di tutto questo processo, secondo Angelo, sta nel fatto che se manca la materia prima dell’immaginazione allora manca una parte fondamentale di quel che serve per crescere. “Quando li vedo tutti insieme che giocano sui carri io e gli altri volontari veniamo ripagati di tutti gli sforzi”, ammette Angelo. Le risate e le facce sognanti di grandi e piccini però non bastano per organizzare e gestire questa manifestazione che continua ad ingrandirsi.

In tutto siamo una trentina di volontari, ognuno porta il suo contributo secondo le proprie capacità: chi fa l’elettricista, chi salda, chi fa il falegname, chi cura la pagina Facebook e così via”. Le attività, dalla costruzione dei carri all’organizzazione della sfilata, sono concentrate alla sera perché la maggior parte dei volontari svolge altri lavori durante il giorno. Il processo è collettivo, si discute sulle idee anche con un occhio alle nuove tendenze e poi, secondo i mezzi a disposizione si riesce a trasformare in realtà anche l’idea più audace. Angelo con un moto di orgoglio e nostalgia ricorda che quanto uscì Jurassic Park riuscirono a far sfilare un dinosauro di cartapesta sul viale di Spicchio-Sovigliana. Un ricordo indelebile per i bambini che ebbero la fortuna di vederlo, Angelo ne è sicuro.
Di ricordi ce ne sarebbero da raccontare ma il pensiero va inevitabilmente al presente e poi all’incerto futuro. “Tantissimi carnevali della nostra zona non ce l’hanno fatta, noi siamo ancora qua” ed è anche per questo motivo che si registrano sempre più presenze dalle città limitrofe. In trent’anni di cose ne sono cambiate. Dai permessi sempre più difficili da ottenere agli standard di sicurezza che, giustamente, si alzano e che hanno bisogno di più risorse per essere soddisfatti e superati. Senza parlare del lievitamento dei costi vitali come benzina e materie prime per la costruzione dei carri. Se si aggiungono gli imprevisti come i due anni di stop dovuti alla pandemia e i danni dell’alluvione (ben 3 carri su 10 sono stati messi fuori uso ed altri danneggiati) dello scorso novembre, la situazione inizia a farsi drammatica. Gli esborsi ammontano a migliaia di euro. A ciò si aggiunge l’affitto del deposito di via Palandri.
“A mano a mano che ci siamo ingranditi le istituzioni si sono accorte di noi e ci sono venute incontro, penso al Comune di Vinci che ci concede un contributo, certo, ma non basta”, ammette Angelo. Per un comitato che vive di volontariato e che gestisce una realtà così multiforme e viva le risorse che vengono dall’organizzazione di cene di autofinanziamento o dalla vendita di coriandoli e stelle filanti consentono a malapena di sbarcare il lunario. L’idea di far pagare un biglietto viene respinta da Angelo nella convinzione che tutti devono avere diritto a godersi il Carnevale. Questa è ancora una delle differenze identitarie su cui ritorna il paragone vittorioso con i carnevali più blasonati.

Una delle questioni più urgenti per il comitato organizzativo è quella della sede. Dopo tutti questi anni, infatti, il Carnevale di Spicchio-Sovigliana non può contare su una sede stabile e a prezzo agevolato. “Ci siamo trasferiti svariate volte in questi anni, una sede davvero nostra ci darebbe la stabilità necessaria per mettere in pratica i nuovi progetti” dice Angelo con un filo di rabbia. Nonostante tutto, il Carnevale non ha mai smesso di guardare al futuro e cerca sempre nuove idee e volontari. Per chi volesse intraprendere questa avventura ed entrare nella tradizione del Carnevale può scrivere a [email protected]. L’apertura più naturale, rimanendo fedele allo spirito con cui è nato, è quella verso i giovani e i giovanissimi. Sono già stati coinvolti, ad esempio, i bambini dell’asilo di Spicchio che hanno contribuito a decorare il carro a tema “Carica dei 101” che ha sfilato quest’anno e sul quale poi loro stessi, insieme ai genitori, sono saliti. Un'altra collaborazione è arrivata dagli alunni del Liceo artistico “Virgilio” di Empoli. Ma il problema è sempre quello: senza stabilità non si può lavorare serenamente alle nuove idee. L’appello è alla comunità, a chiunque possa dare un contributo, sponsorizzare la sfilata, mettere a disposizione uno spazio. 
“Che senso ha vivere cento anni se attorno a noi non c’è qualcosa di cui poterci stupire?”, chiosa filosoficamente Angelo.
Prima di congedarci, ad Angelo arriva la proposta di una tv spagnola che, incuriosita, vorrebbe essere presente al Carnevale. Angelo ci confessa di non parlare una parola di spagnolo, ma di non essere preoccupato, perché “i carri si capiscono in tutte le lingue del mondo”.

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