Al Dopolavoro ferroviario in piazza Don Minzoni si sono alternati momenti di riflessione, alla musica, alla fotografia. Elementi che, insieme a molti altri hanno caratterizzato il progetto iniziato nel 2020. HUGO è nato infatti per mettere in campo un insieme di azioni coordinate ed integrate in grado di impattare positivamente sul tema della sicurezza nella zona della stazione ferroviaria.
"L'area della stazione ferroviaria – afferma il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi - è al centro dell'attività di questa amministrazione, per migliorare la sicurezza e il degrado. Subito in Consiglio comunale è stato approvato l'atto che porterà al trasferimento della polizia municipale proprio in piazza Don Minzoni. Altri interventi sono in corso d'opera. Ma questo sarebbe vano senza un ripensamento anche culturale e sociale di quel luogo. Ed è per questo che ringrazio l'esperienza della rete Hugo che si è creata negli scorsi anni, dando un volto nuovo e una vitalità nuova a un'area percepita insicura. È un primo passo, in una direzione di migliorare per tutti l'area della stazione".
Solo nell'ultima fase di Hugo, iniziata nell'ottobre 2023, sono state svolte un gran numero di attività che hanno animato il quartiere della stazione: otto concerti, sette laboratori, cinque proiezioni, due mostre, uno sportello aperto tre volte a settimana, corsi di italiano per stranieri, incontri di socializzazione per ragazzi e ragazze ad alta marginalità, il coro inclusivo. Solo i concerti hanno coinvolto oltre 250 persone. Tanto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare nell'area della Stazione.
“Il progetto Hugo – commenta l’assessore alla Cultura, Matteo Bensi - ha saputo interpretare il tema della sicurezza in chiave di rigenerazione culturale di un quartiere. Un segnale importantissimo in questo senso lo ha dato il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti del Liceo Virgilio e di tante realtà associative del territorio. La cultura può essere cerniera sociale e chiave di inclusione. Si riparte da qui".
Negli ultimi nove mesi di progetto si è lavorato a rafforzare la rete di realtà del territorio e non solo, che possono portare il proprio contributo al percorso di rigenerazione urbana, sociale e culturale che Hugo ha innescato. Quindici sono state le realtà coinvolte in questa fase: da associazioni, a cooperative, ai sindacati, fino agli istituti Scolastici.
“Creare una rete consolidata e attiva – dichiara Marco Peruzzi, presidente del Consorzio CoeSO Empoli - è uno degli elementi fondamentali per lavorare ad un cambiamento che possa avere un impatto tangibile sulla cittadinanza. In questi anni di progetto abbiamo infatti puntato a coinvolgere più attori possibili”.
HUGO nasce sulla spinta della Regione Toscana e dalla volontà del Comune di Empoli di mettere in campo un insieme di azioni coordinate ed integrate in grado di impattare positivamente sul tema della sicurezza nella zona della stazione ferroviaria. Questa si caratterizza per un transito intenso di pendolari (terzo nodo ferroviario della Toscana per numero di passeggeri) e per la moltitudine di abitanti che vive gli spazi attorno tra residenti, commercianti e coloro che vi si ritrovano e vi sostano. Le diversità di linguaggi e costumi, di modalità di relazionarsi, di storie personali che qui confluiscono sono, spesso, elementi di conflittualità sociale che contribuiscono alla percezione di insicurezza da parte della popolazione. Le saracinesche abbassate di alcune attività storiche (es. Bar Viti) hanno accentuato il senso di trascuratezza e la bassa attrattività commerciale della zona; la presenza di alcuni pub, con una clientela molto giovane, provoca continue tensioni intergenerazionali a causa dei rumori nelle ore notturne e rifiuti/comportamenti che non contribuiscono al decoro urbano. La progettualità sviluppata tra il 2020 e il 2022 ha visto il Consorzio COeSO Empoli, coadiuvato da alcune realtà territoriali del no profit, collaborare con l’Amministrazione Comunale nella sperimentazione di interventi volti a ri-attivare legami di comunità, ascoltare e comprendere i bisogni dei differenti target che vivono quell’area, realizzare micro-iniziative di animazione socio-culturale come suggestioni per una rigenerazione possibile di quegli spazi.
Il team di operatori ha adottato l’approccio dell’Human Centered Design basato su scoprire e valorizzare le unicità delle persone e ha mosso i primi passi con una serie di immersioni nel contesto urbano, provando a ricavare continui elementi di analisi e a mettere in campo attività di diversa natura e forma (spaziando dall’ambiente digitale a quello in presenza), alla ricerca di un’identità da ricomporre e aggiornare, smarrita dopo la crisi degli ultimi anni (molti cittadini lo hanno definito un "luogo non luogo"). I risultati ottenuti durante questo primo “cantiere sociale”, al netto delle difficoltà operative legate alle limitazioni pandemiche, hanno portato alla luce la necessità di impostare un lavoro che garantisca una maggiore continuità degli interventi e una presenza più visibile di operatori; questo affinché si possa pensare di ingaggiare e capacitare la comunità nel produrre - sempre più in autonomia - soluzioni funzionali a trovare un nuovo collante, aperto e inclusivo, che producano dinamiche rigenerative e qualificanti l’area stazione. Per questo motivo, anche in considerazione delle difficoltà e delle richieste portate all’attenzione della Giunta Comunale di Empoli da parte dei cittadini ed esercenti durante l’incontro del 15 febbraio 2023, riteniamo estremamente importante e strategico avviare la seconda stagione di questo cantiere urbano di innovazione sociale e rilanciare un’alleanza pubblico-privato sociale-profit-cittadinanza capace di definire obiettivi di medio periodo, connettere settori, armonizzare risorse, riaccendere partecipazione civica.