Il concerto di venerdì è stato l’apice di un progetto che ha impegnato il Centro Busoni per mesi e che, infine, ha visto esibirsi sul sagrato della Collegiata circa cinquanta musicisti di età compresa tra i 18 e i 27 anni, provenienti da tutta Europa, riunitisi a Empoli già dal 13 luglio per un’intensa settimana di studio e formazione. Alla direzione dell’orchestra: il Maestro Sergio Alapont, bacchetta di fama internazionale, che fin da subito supportato il progetto, credendoci fermamente. A lui si deve la scelta dei musicisti che avevano partecipato al bando del Centro, a lui si deve la preparazione dei giovani “eroici” orchestrali su un programma davvero complesso: i tre brani inediti finalisti del Secondo Concorso Internazionale di Composizione “Ferruccio Busoni”, il “Divertimento per flauto e orchestra, op. 52” e la “Berceuse élégiaque” di Ferruccio Busoni (flauto solista: Isabella Mancin Cattaneo) e “La Voix humaine” di Francis Poulenc (interprete: Lavinia Bini). Nonostante la grande difficoltà e varietà del programma, tutto incentrato sulle sonorità del Novecento e contemporanee, la compagine ha eseguito ogni brano in maniera eccellente, con una capacità e qualità degna di una grande orchestra di “esperti” del palcoscenico.
Durante la serata di venerdì 19 luglio, si è tenuta la proclamazione e premiazione dei tre finalisti del Secondo Concorso Internazionale di Composizione “Ferruccio Busoni”. In seguito all’ascolto dei brani è stata stilata la classifica dalla giuria composta da Fabio Vacchi (presidente), Sergio Alapont, Lorenzo Ancillotti, Philippe Hersant e Andrea Portera, che già aveva individuato i tre finalisti fra le oltre cinquanta composizioni, provenienti da tutto il mondo, presentate in concorso.
Ad aggiudicarsi il primo premio è stato Davide Spina con “Anemoia”. Nato a Palermo nel 1997 e attualmente residente in Austria, è il più giovane fra i tre finalisti. All’attivo ha già molte partecipazioni a concorsi di composizione e la sua musica è stata eseguita al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Bozar di Bruxelles e al GAMO Festival. Il suo lavoro, “Anemoia”, è ispirato, come sottende il titolo, a una sensazione tanto diffusa quanto sfuggente: la nostalgia di un tempo o periodo storico che, in realtà, non si è mai vissuto. Ispiratrice di questa malinconia: la “Sinfonia n. 10” di Gustav Mahler, lavoro incompiuto e che segna il limite delle strutture tonali del tardo-romanticismo. Già Mahler stesso si domandava, infatti, quale sarebbe stato il futuro della musica dopo questa sua composizione. Mosso da questo sentimento, Davide Spina prova a immergersi in un tempo che non ha mai conosciuto. Ma, come scrive egli stesso, questo è impossibile e ciò che viene scritto è ormai qualcosa di nuovo, contemporaneo e inedito. Con questo premio, Spina si aggiudica i 3.000 euro messi in palio e la pubblicazione del suo lavoro con l’editore Sugar.
Il secondo posto è stato assegnato al toscano Eugenio Mininni (1989), musicista, compositore e sound designer. Le sue musiche sono state eseguite in Italia e, all’estero, in Russia, Cile, Giappone, Malesia e Messico. Fra i premi ricevuti, si ricorda il primo posto, nel 2022, al Concorso Internazionale di Composizione “2 Agosto” di Bologna. Il lavoro inedito presentato in questa occasione, “Spiritus”, intende indagare le esperienze pre-morte. Mininni si è concentrato sulle testimonianze e sui punti in comune che i sopravvissuti hanno sempre riportato riguardo al momento di incoscienza e al ritorno alla vita terrena: la visione di una grande luce, il senso di leggerezza, la diversa percezione del tempo, la scomparsa della paura della morte, il sentimento d’amore verso tutti gli esseri viventi con una rivalutazione delle priorità nella vita.
Con questo premio, Eugenio Mininni si aggiudica i 1500 euro in palio.
Il terzo posto e la vittoria dei 500 euro in palio vanno a Jacopo Aliboni. Nato nel 1974 a Livorno, si è aggiudicato numerosi riconoscimenti e, fra il 2015 e il 2019, ha avuto numerose commissioni di lavori da parte di rinomate orchestre e enti, fra cui si ricordano: l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Biennale Musica di Venezia e la Filarmonica “Arturo Toscanini” di Parma. “Chai cup’s key” è il titolo del brano presentato per il Concorso del Centro Busoni, un lavoro che presenta, all’interno di ognuna delle scene in cui è diviso, sapori esotici e contrasti drammatici. Come rivela lo stesso Aliboni, il brano è dedicato alla “gioia senza motivo”.
Oltre ai premi assegnati dalla giuria, il Concorso del Centro Busoni prevede anche l’assegnazione del Premio da parte del pubblico, che è invitato ad esprimere la propria preferenza in seguito all’ascolto dei brani finalisti. Per questa edizione la maggioranza del pubblico ha incontrato il parere della giuria, assegnando il proprio premio al primo classificato, Davide Spina.
La giuria del Concorso ha anche assegnato le menzioni d’onore a cinque composizioni che, pur non essendo rientrate fra le finaliste, si sono distinte per qualità e originalità. Di seguito i nomi dei menzionati: Andrea Bagnato, Pedro Salinas Robles, Andrea Gerratana, Isabel Latorre Sáez, Nikodem Kluczynskii.
European Youth Orchestra :
Violini primi: Giorgio Abbadessa (spalla), Mattia Osini, Alice Barani, Giulia Matraxia, Arianna Maida, Ana Belen Lopez, Rebeca Escusa Pastor.
Violini secondi: Kiko Takase (spalla), Bárbara Martínez Ibáñez, Susanna Pettinato, Emilia Santello, Linda Cerullo, Liù Manenti, Silvia Suma.
Viole: Viola Chiavetta, Rosana Ferriols, Francesco Spanu.
Violoncelli: Silvia Di Summa, Eleonora Sassone, Matteo Camogliano, Maria Carla Piras, Cristina Cerezo Navarro, Carla Igea Val.
Contrabbassi: Samuele Carti, Andrea Alberti, Matteo Prandini.
Flauti: Kim Jiwoo, Antonik Elena.
Oboi: Carmela Raso López, Dmitri Sherbatov.
Clarinetti: Ignazio Poidomani, Federico Filippo Milazzo, Guido Seguso.
Fagotti: Samuele Campera, Andrea Pesce.
Corni: Alberto Cini, Tiago Campos, Dario Bertolini, Costanza Pennucci.
Trombe: Ruiz Aarón, Elisa Valgimigli.
Trombone: Natania Ngawhau.
Tuba: Giovanni Giribardi.
Timpani: Andreu Gil Isidro.
Percussioni: Francesco Paladini.
Arpa: Chiara Sgambato.
Celesta: Francesco Ostuni.
Il Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni ringrazia Benedetta Cecchi per l’immenso aiuto nella gestione della European Youth Orchestra “Ferruccio Busoni” per l’intera durata del progetto.