"Empoli per la Pace ha chiesto all’Amministrazione di Empoli di aderire all’appello lanciato da oltre ottocento organizzazioni della società civile a livello internazionale per chiedere il cessate il fuoco immediato e la fine delle operazioni militari in Palestina, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, e in Israele, per permettere l’ingresso dei soccorsi e rispondere in modo adeguato agli enormi bisogni della popolazione civile. La Sindaca ha accolto la nostra richiesta che sarà realizzata nei prossimi giorni con la proiezione della scritta “cessate il fuoco ora” su uno dei palazzi di proprietà pubblica del centro storico".
“Siamo di fronte alla piena violazione del diritto internazionale, ad un genocidio, ad una crisi umanitaria senza precedenti, che segue un attentato terroristico sanguinoso e barbaro in una terra martoriata, da decenni, da un conflitto e da un’occupazione militare. A più di due mesi dai terribili accadimenti del 7 ottobre, occorre rilanciare l’appello per il cessate il fuoco immediato: l’unica opzione per fermare questa catastrofe ed evitare ulteriori perdite di vite civili. Empoli è città di pace come dimostra l'attenzione e il coinvolgimento della cittadinanza alle iniziative di questi ultimi due anni della Tenda della Pace”.
"Si chiede di proiettare sulla parete del Palazzo Ghibellino o di altro edificio centrale e simbolico, la scritta “Cessate il fuoco ora”, come già successo a Firenze, Roma, Londra, Parigi, Bruxelles, Stoccolma, Ginevra, Toronto, Montreal, e partecipare all’onda umanitaria che si sta allargando sempre più, per un cessate il fuoco permanente, un completo e duraturo accesso umanitario a Gaza su larga scala coordinato dalle Nazioni Unite, il ritorno immediato degli ostaggi alle loro famiglie, condizioni necessarie per l'apertura di un nuovo dialogo rispettoso dei popoli che abitano quella terra. Il mondo non può più aspettare ad agire. Facciamo appello a cittadine e cittadini e a tutte le istituzioni civili e religiose perché espongano la bandiera della Palestina in segno di solidarietà al popolo palestinese".