Femminicidio Cecchettin, l'amministrazione di Empoli chiede 'un minuto di rumore' nelle scuole

Femminicidio Cecchettin, l'amministrazione di Empoli chiede 'un minuto di rumore' nelle scuole
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L'appello di Mantellassi, Torrini e Pasqualetti: ''Iniziativa altamente significativa''

Il femminicidio di Giulia Cecchettin continua a essere uno dei temi caldi su cui l'opinione pubblica si informa e si esprime. Dopo i fatti dell'11 novembre 2023, è in corso in questi giorni il processo davanti alla Corte d'Assise di Venezia, imputato l'ex fidanzato, reo confesso, Filippo Turetta.

Per sensibilizzare ancora di più la popolazione, in particolar modo quella scolastica, Elena Cecchettin, sorella della vittima, ha chiesto invece del consueto minuto di silenzio, un 'minuto di rumore', per esprimere la rabbia e l'indignazione verso la piaga della violenza sulle donne.

L'amministrazione comunale di Empoli ha invitato tutte le scuole del territorio a osservare per il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il minuto di rumore.

Questo il messaggio delle assessore Valentina Torrini e Maria Grazia Pasqualetti, rispettivamente con delega alle Pari Opportunità e alla Scuola: “Vogliamo invitare le ragazze e i ragazzi delle scuole di Empoli, il 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ad accogliere l'invito della famiglia Cecchettin a fare un minuto di rumore in classe. Facciamo sentire la nostra rabbia e l'indignazione verso i femminicidi, non teniamole dentro di noi, perché la violenza maschile sulle donne non è un fenomeno individuale, ma collettivo e strutturale, che ha la sua causa nella cultura ancora patriarcale della nostra società. Abbiamo quindi bisogno di fare rumore per sollevare quella coscienza collettiva che ancora manca e che può rappresentare invece il punto di svolta”.

All'iniziativa ha dato sostegno anche il sindaco Alessio Mantellassi: “Accogliamo ben volentieri questa proposta, per accendere un faro su vicende spesso sottaciute anche all'interno delle famiglie. Il rispetto verso la figura della donna deve maturare in ogni contesto della vita quotidiana: in famiglia, a scuola, nelle relazioni amicali e affettive. Se vogliamo davvero fermare i femminicidi, dobbiamo educare al rispetto, non alla sopraffazione e alla violenza, anche con un'iniziativa altamente significativa come quella del minuto di rumore. Ringrazio i dirigenti scolastici che accoglieranno la nostra richiesta”.

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