Tra esami di stato, consigli di Istituto e riunioni straordinarie, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, i Professori del Liceo Scientifico “Il Pontormo”, raccontano la loro esperienza al gioco televisivo Rai “Reazione a catena”.
Siamo stati colpiti e soprattutto incuriositi dalla vostra partecipazione al programma Rai “Reazione a catena”. Come è nata l’idea ? E soprattutto chi ha convinto chi?
L’idea è nata quasi per scommessa, seguendo la passione comune per i giochi di parole: in particolare, Roberta ha coinvolto noi due contagiandoci con il suo entusiasmo e convincendoci ad inoltrare la domanda di partecipazione. Siamo stati convocati al casting nella sede Rai di Firenze dove erano presenti tanti ragazzi trepidanti e tutti molto più giovani di noi, ma non ci siamo persi d’animo. Dopo qualche settimana è arrivata la telefonata che ci comunicava di essere stati selezionati per partecipare al programma; così abbiamo iniziato ad esercitarci quotidianamente, soprattutto per l’intesa vincente, gioco determinante per arrivare alla catena finale.
Com’è stata l’esperienza di uno studio televisivo? E soprattutto, un conto è vedere e indovinare da casa, un conto è giocare in studio. Com’è stato?
L’esperienza nello studio televisivo è stata emozionante: trovarsi di fronte alle telecamere con personaggi noti, esplorare ambienti quali la sala trucco e parrucco, la sala delle prove, la sala costumi, ha costituito per noi un’esperienza unica e irripetibile, forse… Ci siamo ritrovati nel vortice della scelta dell’abito, le prove audio con i tecnici, i consigli vari su cosa fare o non fare, un mondo a noi sconosciuto.
Giocare in studio significa esporsi, ottimizzare i tempi, non perdere la concentrazione: tutti elementi che sembrano facili da gestire, ma non lo sono affatto. Anche nell’intesa vincente, su cui ci eravamo a lungo esercitati, abbiamo sperimentato come anche un pizzico di tensione o sfortuna possa influenzare il risultato della prestazione.
Come si pongono tre insegnanti, “I Ripetenti” (il nome della vostra squadra), nei confronti del mezzo televisivo visto dai vostri ambiti di insegnamento, che sappiamo essere diversi (Cristina Lamboglia Italiano e Latino, Roberta Santini Inglese e Alessio Innocenti Filosofia)
In realtà nessuno di noi demonizza né esalta il mezzo televisivo; lo abbiamo vissuto come un normale canale comunicativo che offre l’opportunità di fare esperienze singolari. Siamo stati, comunque, noi stessi indipendentemente dal contesto. Il nostro intento era di metterci alla prova in giochi sulla lingua Italiana che tanto ci appassionano.
I vostri alunni e colleghi, secondo voi, vi hanno visti? E cosa vi diranno al rientro dalle vacanze?
I nostri alunni ci hanno visto, eccome! Nonostante la nostra discrezione, quando la puntata è andata in onda, in brevissimo tempo, c’è stato un passaparola per cui ci hanno contattato colleghi e alunni anche già diplomati da tempo, complimentandosi con noi. Al rientro dalle vacanze, sicuramente, saremo tempestati da domande e curiosità a cui saremo ben lieti di rispondere.
Lo rifareste? E se sì, per quale prova dovreste prendere ripetizioni per conquistare la vittoria?
Nonostante la difficoltà nel prepararsi in concomitanza con gli impegni scolastici (vedi l’Esame di Stato), ripeteremmo volentieri l’esperienza e un pizzico di fortuna in più non guasterebbe…. magari, una maggiore consapevolezza dei limiti imposti dal gioco, come non potere visualizzare il timer del tempo che scorre sul monitor, potrebbe favorire una maggiore prontezza di reazione e minore spaesamento.
Ci siamo esercitati guardando tutte le puntate degli anni scorsi di “Reazione a catena”, simulando l'intesa vincente e, se dovessimo riprovare, sarebbe forse più facile superare le criticità.
Grazie alla disponibilità dei professori e un buon inizio a tutti gli insegnanti e a tutti i loro studenti.