Candidato, partiamo dai punti fondamentali della sua campagna elettorale. Cosa è necessario fare a Empoli?
È molto semplice. Io sono un imprenditore e sono pragmatico, mi piacerebbe fare tanto ma innanzitutto è necessario rimediare agli errori altrui. Il problema principale è quello della sicurezza. Di questi giorni sono le notizie di vari furti, dai cellulari alle merendine da 2 euro. Empoli è una città moderna, accogliente e democratica. Non deve passare il messaggio “se ho fame allora rubo”.
Lei cosa avrebbe fatto?
Non avrei dato i 2 euro al ladro ma lo avrei portato a mangiare. Le strutture ci sono, abbiamo la Misericordia, la mensa Emmaus. Il problema è che molti non ci vanno. Cosa diversa nel caso di aggressioni con lo scopo di portare via un cellullare o un orologio. Dobbiamo trasmettere il fatto che ci sono sì dei diritti ma anche dei doveri. Oggi Empoli non è come quella in cui sono cresciuto, è fuori controllo, in alcuni punti del centro non c’è certo odore di rose.
La sicurezza è il tema caldo di questa campagna elettorale tanto è vero che riveste un ruolo centrale anche nel programma del centrosinistra.
Il centrosinistra prima crea il problema e poi tenta di rifarsi una verginità togliendo il simbolo del PD e scrivendo un programma che cerca di imitare quello del centrodestra. Le idee che hanno proposto si sono dimostrate fallimentari, un esempio è il progetto Hugo. E sicuramente non basta ripavimentare la piazza della stazione per evitare fenomeni di degrado.
La sua soluzione qual è?
Io propongo l’assessore verticale, una figura specializzata che si occupi a tempo pieno di sicurezza, che faccia da punto di coordinamento con le forze dell’ordine. L’ho già individuato, è un professionista con esperienza, ma sarà svelato più in là. Un altro obiettivo è l’aumento degli agenti i quali, negli anni di governo del PD, sono diminuiti disattendendo persino una legge regionale. Poi possiamo parlare di attività culturali e della cura dei parchi ma prima bisogna riprendere in mano il territorio. È inutile spendere soldi in giochi pubblici se poi gli spacciatori li incendiano. Ci vuole controllo e poi i parchi si riempiranno di persone, di associazioni di artisti che così avranno un ulteriore spazio per esprimersi.
A proposito di verde, cosa vorrà fare per Empoli in questo senso?
Innanzitutto ci voglio persone competenti. Io parlo di tecnici, con esperienza e formazione. Se metti un assicuratore a fare l’assessore per il verde ti ritrovi con centinaia di alberi seccati. Io sono talmente amante della natura che vivo in un bosco, pianto personalmente gli alberi. Sogno una città con più spazio per le piante e fiori, degli esempi sono le città della Provenza. Ci vuole chi se ne prenda cura, però: il Comune può anche donare le piante ai negozi e ai cittadini ma poi ci vuole partecipazione. Un'altra iniziativa è quella di rendere gli alberi la memoria del territorio, per esempio piantandoli ogni volta che nasce un bambino e che muore una persona cara. Ma voglio dire una cosa sui programmi elettorali.
Prego.
In campagna elettorale siamo abituati a scrivere riga per riga tantissimi interventi e promesse. Anche in azienda si fanno bilanci preventivi ma in un momento storico come questo fare previsioni a lungo termine è complesso. Quindi oltre al programma che faremo e rispetteremo sui punti fondamentali e imprescindibili, noi offriamo una capacità di adattamento a quel che succederà. Se per esempio io voglio fare una fontana con i pesci rossi e piombiamo in una stagione di siccità, allora la fontana non può esser fatta.
Altri candidati hanno dichiarato di avere una visione da qui a 10 anni.
Stanno mentendo. Nessuno sa cosa succederà da qui a 10 anni. Andiamo a vedere quante cose ha scritto solo 5 anni fa il centrosinistra e quante ne hanno realizzate. In campagna elettorale siamo tutti bravi e prolissi nei programmi ma poi arrivano varie scuse come il budget e la burocrazia. Io queste scuse le avrò meno disponibili degli altri grazie ai miei contatti.
Ecco, lei ha dichiarato di avere “un collegamento diretto e immediato con il Governo” e di godere di “una rete di contatti evidenti”. Sono parole ambigue. Cosa significano esattamente?
Non c’è nessuna ambiguità, significa che io sono stato scelto, chiamato e convinto a candidarmi. Non ho comprato il posto come qualcuno ha suggerito. È una cosa che è nata anche a Roma, del resto basta vedere i personaggi che mi vengono a trovare e che mi sostengono. Il fatto che abbia facilità nell’avere relazioni, anche in virtù del mio passato lavorativo, è una cosa disdicevole? Casomai significa che può essere acceso un riflettore su Empoli.
Ma allo stesso tempo si è vantato di essere estraneo alla politica.
Non mi sono vantato, ho solo detto le cose come stanno: io non sono un politico. Credo che in questo momento storico sia un valore aggiunto non essere solo un politico. Non ho nessuna tessera. Ciò non significa che non faccia politica, infatti sono sostenuto da tutti i partiti del centrodestra. Nella mia visione ho lo schema “problema-soluzione-strategia per raggiungerla” ma spesso mi sono posto problemi etici, anche nella mia azienda, perché a volte la soluzione si divide tra cosa giusta e cosa migliore. Non sempre la cosa migliore è anche la cosa giusta. A questo serve la politica, per orientarsi. Io ho il mio passato che parla del mio futuro e non ci si deve far fregare da qualche foto sui social.
Lei sta usando meno i social rispetto ad altri candidati, mantiene un basso profilo?
In effetti dovrei mostrare di più quello che faccio ma non posso snaturarmi. Gli elettori devono andare oltre la faccina sorridente di chi costantemente si fa le foto. Noi non sfruttiamo la gente per fini elettorali. Io sono stato dall’altra parte e quando venivano all’ultimo minuto i candidati a incontrarmi mi sembrava di essere preso in giro. A maggior ragione un candidato che è presidente del consiglio comunale non può arrivare adesso a chiedere “di cosa hai bisogno?” perché ciò significa che negli ultimi 5 anni è sparito, dovrebbe essere lui a propormi delle soluzioni e a sapere cosa si può fare per sostenermi.
Lei è stato accusato di criticare e denigrare la sua città.
Gli ultimi anni di governo hanno avvallato una politica disastrosa che ha portato a questa situazione e adesso si nascondono gli errori, meno si dice e meglio è. Tranne che alla fine mettono anche loro la sicurezza nel programma. Io porto il pragmatismo, se c’è un problema non lo nascondo. Come con i bambini: se sbagliano la cosa più errata è far finta di niente. Dire che ci sono dei problemi non si significa non volere bene a Empoli. Questa è una censura. E poi danno a me del fascista.
E cos’è per lei il fascismo oggi?
Il fascismo oggi per me è l’atteggiamento di chi non accetta la discussione e pretende che tutti siano allineati, di chi dice “o con me o contro di me”, di chi considera gli avversari come nemici da abbattere e zittire. Atteggiamento che oggi si ritrova proprio nel centrosinistra. Non rispettano i valori dell’antifascismo e non sanno di cosa parlano. La mia famiglia durante la guerra è stata cacciata di casa da Walter Reder in persona, il boia della strage di Marzabotto. Oggi ci sono molti pericoli ma non quello di tornare al fascismo. Anzi, stiamo andando nella direzione opposta: da un regime in cui non c’era nessun diritto e tanti doveri ad un paese in cui ci sono tanti diritti e più nessun dovere. Bisogna ripartire dal rispetto, dall’educazione civica.
Quindi se qualcuno le dicesse per strada “Campinoti antifascista” come la prenderebbe?
Ma è la verità! Il problema è che è più facile che mi diano del fascista, non capisco su che basi. È un attacco ideologico, per smentirlo basta andare a vedere la mia storia, sono un cattolico di centro. Per me una bellissima frase è “non sono d’accordo con ciò che dici ma darei la vita affinché tu possa dirlo”. Il contrario dell’atteggiamento della sinistra che censura addirittura i libri. Essere antifascisti significa opporsi a questo subdolo fascismo. Io sono per la cultura che aggiunge e non cancella. Per me non va tolto il crocifisso ma andrebbero aggiunti anche i simboli delle altre religioni.
Com’è possibile che il caso del bodyshaming contro di lei si sia trasformato in una polemica sulla disabilità che ha coinvolto l’attivista e consigliere regionale Iacopo Melio?
Si tratta di un attacco ideologico, appunto. Io ho stroncato sul nascere la polemica sul mio aspetto fisico anche se molti ci avrebbero marciato e ho detto che è più discriminante il fatto che se vado in un negozio mi dicono “le taglie per voi non le abbiamo”, ma voi chi? La stessa cosa avviene per le persone che hanno qualche disabilità. Allora ho parlato di una mia idea, DisAbiti, che consentirebbe tramite app di avere dei vestiti fatti su misura. Non è ghettizzazione ma casomai una liberalizzazione. Melio non conosce il progetto e attacca solo perché l’ho proposto io, lo invito qui a venire a vedere di cosa si tratta. La disabilità è un tema che mi sta a cuore da sempre e ho vari progetti che lo testimoniano. Non è un dogma della sinistra che, invece di soluzioni, è brava a ergere simboli. Dovrebbe essere un tema su cui convergiamo tutti.
Empoli è sempre stata una zona elettoralmente ostica per il centrodestra. Perché questa volta dovrebbe andare diversamente?
E perché no? Il vento è cambiato. Basta guardare cosa succede a livello nazionale. Qui è un po’ più dura ma mi piacciono le sfide. Se non avessi accettato di candidarmi mi sarei sentito complice. Voglio chiedere ai cittadini: siamo contenti di come stanno andando le cose a Empoli? Bisogna pensare a come si stava 10 anni fa e come si sta oggi. Basta con i comportamenti che favoriscono solo una parte, non ci deve essere asimmetria, né favoritismi. Ci vuole un approccio più internazionale e meno provinciale. Non possiamo continuare a fare le stesse cose. Il cambiamento non avviene in un giorno ma è necessario.