“Ci tengo a ribadire in maniera chiara che tutte le indagini fatte dagli organi preposti dal punto di vista ambientale sul nostro territorio, sia su acque sia attraverso carotaggi sul rilevato stradale, non hanno mostrato elementi di inquinamento. In caso contrario, l'amministrazione avrebbe adottato gli strumenti amministrativi per rimuovere rischi e pericoli e avrebbe firmato ordinanze rispetto ai comportamenti da tenere da parte della cittadinanza. Continueremo a monitorare la situazione dal punto di vista ambientale e di tutela della salute pubblica, attraverso le comunicazioni ufficiali da parte degli enti preposti come Regione e Arpat. Intanto oggi abbiamo portato in giunta una delibera con la quale abbiamo dato mandato al nostro legale di rappresentare in tribunale il Comune, che si costituirà parte civile nel processo. Un'intensione, quest'ultima, dichiarata dall'amministrazione fin dai primi momenti in cui la vicenda è emersa, a nemmeno quarantotto ore da quando è stata resa nota la notizia dalla Procura, nell'Aprile 2021”. Chi parla è la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, nei giorni scorsi tra i partecipanti a una seduta congiunta delle commissioni consiliari 'Affari generali con funzioni di controllo e garanzia' e 'Assetto e utilizzazione del territorio, ambiente e infrastrutture, demanio e patrimonio', dedicata al tema 'Aggiornamenti sulla situazione Keu'. Nel comune di Empoli insiste infatti il tratto del lotto V della SRT 429, compreso fra la rotatoria di Brusciana e l’opera di scavalco della ferrovia Empoli - Siena rampa Nord in direzione Empoli, in località Brusciana, tratto oggetto di indagine da parte della procura della Repubblica di Firenze nell’ambito del procedimento penale per l’ipotesi di utilizzo, per la formazione del rilevato stradale, di materiale qualificato come inerte riciclato contenente keu, proveniente dall’impianto di recupero rifiuti inerti Lerose Srl di Pontedera.
Erano presenti alla seduta anche l'assessore comunale con deleghe fra l'altro ad Ambiente e Protezione civile Massimo Marconcini, il Segretario generale del Comune di Empoli, Rita Ciardelli, Daniela Miccolis, referente ufficio Ambiente del Comune di Empoli, Monica Salvadori dell'ufficio Protezione civile del Comune di Empoli, Andrea Cappelli, dirigente di Arpat Direzione Empolese Valdelsa insieme alla geologa Chiara Lapira, e Luca Bisori, legale incaricato dal Comune di Empoli per la costituzione di parte civile nel procedimento penale che ha illustrato gli aspetti legati al procedimento giudiziario che appunto vedrà il Comune di Empoli parte civile nel processo: l'udienza preliminare è stata fissata per il 12 Aprile 2024.
“Ho sollecitato la convocazione di quella seduta congiunta per due motivi - evidenzia la sindaca Barnini - ho ritenuto opportuno, in una sede ufficiale dell'amministrazione, creare un momento in cui ripercorrere le tantissime attività che la stessa amministrazione ha portato avanti dall'Aprile 2021, quindi le varie indagini ambientali eseguite da parte degli enti proposti e in particolare quelle che hanno più volte riguardato l'esame delle acque relative ai pozzi. L'esito di queste indagini ambientali è stato sempre comunicato da parte di Arpat all'amministrazione e non si sono mai riscontrati elementi di pericolo o di inquinamento, anche perché laddove ci fosse stata una comunicazione differente da parte di Arpat la sindaca, in quanto autorità preposta a garantire la tutela della salute pubblica, avrebbe dovuto adottare ordinanze restrittive nell'utilizzo delle medesime acque, per esempio. E' bene fare chiarezza anche alla luce di alcune dichiarazioni fatte nelle ultime settimane anche a mezzo stampa, che hanno ingenerato confusione rispetto ai dati in esame. L'altra ragione per cui ho ritenuto necessario sollecitare i presidenti delle due commissioni a convocare la seduta congiunta è per dare conto ai consiglieri di quello che è il comportamento che l'amministrazione sta tenendo rispetto alla vicenda giudiziaria. Il Comune è parte lesa e senza alcuna responsabilità sull'accaduto: il manufatto in cui ricade parte del materiale inquinante è sito in parte nel territorio comunale ma sotto una strada non di proprietà comunale, bensì regionale. Sono tre quindi i piani di sviluppo della vicenda: ambientale, giudiziario e di valutazione del rischio”.
Nel corso della commissione, il dottor Cappelli e la dottoressa Lapira di Arpat hanno spiegato, per quanto riguarda le falde acquifere, le indagini eseguite nel corso degli anni sia per quanto riguarda pozzi privati, acque sotterranee e acque superficiali, dalle quali non sono risultate anomalie chimiche. Per quanto riguarda la parte solidale, “Inizialmente abbiamo campionato i fianchi del rilevato stradale e lì abbiamo trovato per la prima volta questo materiale con quantità di vari metalli elevati, ricondotte al keu. Fatti poi altri approfondimenti sui fianchi del rilevato, abbiamo individuato un'area in cui questo materiale era presente, poi oggetto della messa in sicurezza di emergenza e della raccolta delle acque”. Al termine di un approfondito percorso di verifica, portato avanti anche con la Città Metropolitana, è emerso che “l'unico pericolo possibile legato alla presenza di questo materiale potrebbe essere che un eventuale eluato, che dovesse formarsi, possa arrivare tramite il terreno nelle acque sotterranee. Ma a oggi non si è mai verificato, come emerso dagli accertamenti”. Gli ultimi accertamenti risalgono a “Novembre e Dicembre 2023: abbiamo fatte le ultime analisi di cui stiamo raccogliendo gli esiti che, di conseguenza, non sono stati ancora resi pubblici”.
In commissione è intervenuto anche l'avvocato Bisori che ha ripercorso le tappe della vicenda, il ruolo del Comune come persona offesa dei reati, la tempistica per la costituzione di parte civile nel processo e la 'tipologia' di danno che l'amministrazione comunale può lamentare di aver subito.