E' iniziata ieri mercoledì 3 Maggio la demolizione degli edifici principali della ex Fabbrica Fanciullacci. Un luogo simbolo della produzione montelupina fino a quando è stata attiva divenuta una ferita nel centro della città da quando è stata chiusa.
Per recuperare quello spazio erano necessarie risorse ingenti, che sono arrivate a Montelupo grazie ai Fondi del PNRR con il programma ministeriale del Piano innovativo per la qualità dell’Abitare.
Il piano di intervento in questione si chiama HOME (Home in our METROPOLITAN ECOSYSTEM), interessa quasi tutti gli 11 comuni dell’Empolese Valdelsa e riunisce diversi progetti che i partner hanno pensato per i propri territori, tutti legati da un comune denominatore, ovvero la riqualificazione delle aree prossime alla rete ferroviaria e la valorizzazione della mobilità sostenibile.
IL PROGETTO
L'idea per questo luogo è quella di sperimentare un intervento innovativo, in cui si riducono i volumi degli edifici e si pensa all'area Fanciullacci come una cerniera fra la stazione, il centro storico e il Parco con la villa dell'Ambrogiana.
Tutto l'intervento ruota attorno alla realizzazione di spazi aperti, come una “terrazza sulla Pesa” e un complesso edilizio, che conserva la memoria storica ed estetica della manifattura; è prevista anche una passerella pedonale di connessione fra la stazione e il parco, che tuttavia al momento non è inclusa nel finanziamento richiesto.
La superficie attuale è di circa 6.300 mq, il progetto prevede una riduzione a 1.400 mq e più della metà delle nuove costruzioni avrà, nelle intenzioni dell’amministrazione, una funzione legata al sociale, all’aiuto di persone con disabilità di vario tipo, allo sviluppo di progetti di cohousing.
Un importante spazio potrà essere dedicato alla memoria di quel luogo e altre aree a funzioni ricreative, culturali e di incontro.
Un elemento centrale di questo intervento è l'impatto sull'ambiente e sulla città. Esso coniuga la strategia del minor consumo di suolo con quella della diminuzione della quantità volumetrica esistente (dimezzata da 12.000 a 6000 metri cubi) a favore di spazi collettivi e per la città. Tutto secondo i criteri dell'edilizia sostenibile, del risparmio energetico e dell'innovazione tecnologica.
L’intervento per la sua complessità è stato articolato in due stralci: in una prima fase (quella iniziata oggi) si procederà alla ripulitura e alla demolizione degli edifici (lo stemma della fabbrica è stato rimosso e sarà restaurato), nella seconda fase saranno realizzati gli edifici, gli spazi e i servizi.
LA STORIA
La manifattura ceramica "Ceramiche Artistiche F.lli Fanciullacci" viene fondata a Montelupo Fiorentino da Raffaello Fanciullacci (1803-1881), nel 1862 con la denominazione di "Fornace Bardi Capraia". A lui succede Demetrio (1841-1895), con la collaborazione dei figli Ilario, Giovanni, Amedeo e Alfredo, che dirige la fabbrica fino al 1895 anno in cui, a causa della sua morte, la ditta passa nelle mani dei figli, che in breve rilanciano l'antica tradizione ceramica della città valdarnese. Specializzata in stoviglieria ma impegnata anche nella realizzazione di ceramiche artistiche nel 1914 il catalogo della ditta presentava quasi 1.000 modelli diversi.
Negli anni Venti la fabbrica, che impiega circa settanta persone che realizzano una produzione ispirata all'antico, si apre alle istanze moderniste grazie ad alcuni artisti come Vincenzo Ossani, Lorenzo e Giovacchino Canneri, Dino e Mario Scappini, Bruno Bagnoli e Benvenuto Staderini. Tra i maestri ceramisti attivi presso la manifattura si ricordano, tra gli altri, il montelupino Aldo Londi, che giovanissimo presta la sua opera nella fabbrica dei Fanciullacci fino al 1935, il torniante Bruno Cini, che lavora presso la manifattura trentacinque anni e il capo modellatore Giovanni Dolfi, formatosi come giovanissimo apprendista presso la manifattura e di questa collaboratore fino al 1952. Negli anni del secondo dopoguerra la manifattura rinnova nuovamente la sua produzione artistica. Durante l'alluvione che colpisce Firenze nel 1966 la fabbrica subisce gravi danni e, dopo una sosta forzata, non riesce più a riconquistare i suoi spazi di mercato. La produzione cessa definitivamente nel 1988.
IL COMMENTO
«Oggi si fa un pezzo di storia per Montelupo. Dopo che tutto il complesso venne acquistato dalla giunta guidata dall’allora sindaco Montagni per lungo tempo è stato difficile intervenire a causa degli ingenti costi necessari per il recupero. Il progetto presentato nell’ambito del PNRR ha rappresentato una grande opportunità. Sicuramente questo luogo ha un forte valore simbolico per Montelupo: è da qui che fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento hanno lavorato molti degli artigiani rappresentativi di Montelupo.
Ovviamente non era possibile pensare di restituire a fini esclusivamente culturali questo spazio per questa ragione è in corso di realizzazione un progetto che nell’architettura rimanda ai tratti dello storico edificio, ma con una riduzione importante dei volumi e un mix di funzioni abitative, sociali, culturali.
Aspetto centrale nella progettazione è l’attenzione alla sostenibilità ambientale dei nuovi edifici.
Da un punto di vista urbanistico, invece, andiamo a sanare una ferita proprio a due passi dal centro cittadino e lungo il viale di accesso al parco dell’Ambrogiana», afferma il sindaco Paolo Masetti.