Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’occasione di imbatterci nella scoperta di uno spazio unico nel suo genere nella zona dell’Empolese Valdelsa. Se la vita sulle colline vi sembra troppo silenziosa, meditativa e arrivati alla sera troppo faticoso per andare in città, ecco lo spazio che fa per voi. Il Piccolo Museo del Giocattolo, nasce sulle colline di Cerreto Guidi e si affaccia su una vista mozzafiato, che è possibile godere nello spazio esterno al museo. Non è solo uno spazio dove godere della collezione di fumetti, action figures di personaggi, gadgets vari, cards, cabinati, ma anche un luogo di acquisto, scambio, donazioni, eventi legati a questo mondo e addirittura Home Restaurant con prodotti e specialità a chilometro zero.
Un luogo personalizzato al 100% a partire dall’arredamento creato con materiale di recupero, dai tavoli, alle sedie, alle luci, alla parete del bagno, compreso il bancone che riprende lo stile di un chiostro rivenditore di ramen, Il Piccolo Museo del Giocattolo, nasce per caso nel rimettere a posto scatole di fumetti, dall’idea di Paolo, i suoi due figli e la compagna Alice.
Ciao Paolo, innanzitutto complimenti per lo spazio e per l’idea avuta. Partiamo subito con la domanda di routine, o meglio come e quando nasce l’idea del Piccolo Museo del Giocattolo?
L’idea nasce da alcune domande che ogni tanto ognuno di noi si pone nella vita. Come si chiedeva Roger Waters in un suo album, “E’ veramente questa la vita che vuoi?”, io era già un po’ di anni che me lo chiedevo. All’inizio mi rispondevo ni, e alla fine questo ni è diventato sempre più un no. Una vita troppo frenetica, un lavoro troppo difficile anche a livello di tensione. Avevo indossato dei vestiti che non erano più i miei. La nascita della terza figlia poi è stata l’esplosione della decisione finale.
Ricollocarsi dopo il lavoro che ho lasciato non era semplicissimo e mi sono detto: “Da dove riparto? Da quello che ho”. Quindi non facendo gli errori della vecchia vita, dove stavo lontano da ciò che amavo, da ciò che mi faceva stare bene e dalla mia famiglia, sono ripartito dalla casa, dai giocattoli e dall’amore che anche i miei figli hanno per questi, per i fumetti e oggetti vintage. Siamo stati mesi a sistemare vecchi giochi, oggetti che ci avevano donato e nottate a pulire barbie, vestiti, pupazzi, a rimontare macchinine, action figures, etc… Da qui è nato il locale; difficile per un collezionista mettere gli oggetti della propria collezione a disposizione di tutti come si sa, perché il collezionista è molto solitario e geloso dei suoi oggetti. Col tempo però abbiamo scoperto che è bella la condivisione di quello che hai.
E l’idea dell’home restaurant?
L’idea dell’home restaurant è nata sueccssicamente. Dopo i primi mesi di vita del museo, mi sono arrivate diverse proposte lavorative simili a quello che avevo abbandonato, basato su una vita frenetica, sul carrierismo. Tutto quello che mi faceva star male. Quindi stando in disoccupazione per un po’ di tempo, e nel periodo in cui lo spazio stava iniziando ad essere frequentato, mi son chiesto “come fare per portare avanti tutto? Facile! Apro un locale dove chi viene in visita al museo può anche mangiare qui!”. E finalmente dopo trent’anni ho rispolverato il mio vecchio diploma di istituto alberghiero che non avevo mai portato a frutto. Il mix tra l’esperienza della mia terra, che è la Sicilia, e questa nuova terra, ovvero la Toscana, hanno fatto sì che facessimo una scelta politica, a chilometro zero il più possibile, per affiancarsi al discorso di prima, domandandoci quale cibo volevamo avere sulla nostra tavola. Abbiamo stretto rapporti con produttori locali anche tramite il GAS (gruppo di acquisto solidale), dai quali acquistare formaggi, salumi, vino, ortaggi; in più per noi è importante anche il discorso della stagionalità. Un ritorno alla terra, al tempo. Fare meno cose, ma fatte bene.
Ritornando al museo, quando e il visitatore entra nello spazio dopo aver ammirato la meravigliosa vista, in quale mondo viene trasportato?
Per chi arriva il mondo che si apre è un tuffo nel passato. Volevamo creare un luogo dove non solo si possono ritrovare fan, appassionati, collezionisti, ma tutti. Ognuno ha un proprio ricordo del passato legato ad un personaggio, un cartone, un videogioco, un film, un fumetto, un album delle figurine, che lo riporta indietro e lo fa stare bene. Ognuno entra qui dentro e riesce a ritrovare se stesso. Alla fine della giornata passata, regaliamo oggetti della collezione, agli ospiti, ai bambini e ai ragazzini che ci vengono a trovare con le famiglie. L’80% della collezione che abbiamo proviene dalle donazioni che abbiamo avuto nel tempo e questo ci permette di scambiare, donare e acquistare. A noi interessa molto anche la storia che c’è dietro agli oggetti, in modo che renda unico quel pezzo. Per noi è importante che chi passa di qui, abbia un ricordo di questa esperienza. Non è l’oggetto in sé, ma il ricordo che porta dentro quella cosa che doniamo.
Avete organizzato anche eventi e stretto molte collaborazioni?
Sì col tempo lo spazio è diventato non solo un home restaurant, ma un luogo dove il grande disegnatore che viene vuole stare in tranquillità, accanto magari ad un suo fan. Un luogo paritario dove si cerca la pace.
Prima dell’apertura dell’home restaurant abbiamo invitato Thomas Pistoia, sceneggiatore di Diabolik, Nathan Never e Zagor. Da questo primo incontro si è aperto un mondo, sono venuti i ragazzi del Covo del Cocomero, un collettivo empolese, ad esempio. Chi vuole trovare uno spazio libero, aperto e gratuito qui ne ha la possibilità. Diamo possibilità a tutti di esprimersi in questo spazio, ed è una cosa percepita anche da chi fa le presentazioni.
Quali saranno i prossimi eventi?
Negli scorsi mesi abbiamo avuto come ospiti i Meganoidi, con cui abbiamo intenzione di fare una serie di serate legate alla musica e ricette, perché il frontman è appassionato di cucina. Per i prossimi invece il 25 settembre organizzeremo una “Cena con Autori”, insieme a Marco Turini (autore per la Marvel, DC Comics e Star Wars) e l’amico attore Stewart Kenneth Moore. Sarà un’interessante chiacchierata, accompagnata dalla cena (su prenotazione obbligatoria) dove si incontreranno cinema e fumetto.
Mentre il sabato 12 ottobre alla casa del popolo di Pagana, verranno dei collaboratori di @gigaciao, Alessandro Comandatore e Andrea Caruso, per parlare del mondo del fumetto e fare il firmacopie; mentre la domenica ci sarà uno workshop per giovani fumettisti e disegnatori, dalle tecniche alla gestione del lavoro.
L’ultima data programmata per il momento è il 25 ottobre con Gigi Baldassini, inchiostratore di Star Wars e non solo, e anche lì per scoprire le nuove figure che stanno dietro al mondo del fumetto, cosa c’è dietro al mondo di una vignetta.
Inoltre abbiamo partecipato anche a manifestazioni itineranti riportando in vita vecchi giochi come forza quattro ad esempio, ricreati anch’essi con materiali di recupero, e trasformati in giochi giganti e viventi per giocare insieme all’aperto. L’obiettivo è quello di far stare insieme alle famiglie, adulti, ragazzi, allontanandoli dall’alienazione.
Il museo è aperto tutte le sere e la domenica a pranzo, solo su appuntamento.