‘Inciampare’ sulla Memoria, sulla storia, su un nome che scolpito su una ‘pietra d’inciampo’ non può essere dimenticato. È proprio lì, sul marciapiede, nel mezzo a una piazza e leggendolo, cominceremo a riflettere ogni giorno di più. Con questo spirito racchiuso nell’identità di questa città, Medaglia d’Oro al Merito Civile per il valoroso comportamento tenuto dalla popolazione durante la Resistenza, Empoli ha costruito il suo passato, il presente e il futuro su valori granitici e nel 2022, anche qui cominciò il percorso delle Stolpersteine, (pietre d’inciampo): un’iniziativa artistica e commemorativa ideata dall’artista tedesco Gunter Demnig. Quarantadue ‘pietre’ disseminate in città che raccontano una vita spezzata. Mai dimenticata.
Le pietre nel comune di Empoli sono 42, dedicate solo ai deportati che non hanno fatto ritorno. Oltre ad essere un omaggio, le pietre sono anche un modo per riportare a casa queste persone. Difatti, ogni pietra è collocata davanti all'ultima abitazione della persona a cui è dedicata (se si legge sulle pietre c'è la dicitura "qui abitava") fatta eccezione a quelle degli 8 sfollati livornesi le quali pietre sono state messe in Largo della Resistenza vicino al cippo di Empoli contro l'antifascismo.
Dalla collocazione delle ‘pietre d’inciampo’ alla realizzazione di un progetto denominato ‘Pietre della Memoria’ che ha trovato una sua espressione attraverso la creazione di un centro di documentazione ideato da Chiara Saggio durante l’anno di servizio civile alla Casa della Memoria. Questo progetto è dedicato alla raccolta e alla conservazione di materiali storici, testimonianze e informazioni relative alle vittime della deportazione, con anche una mappa interattiva dove si possono vedere le posizioni di tutte le pietre poste in città.
L’obiettivo, oltre a dare alla popolazione uno strumento per approfondire conoscenze sulla storia locale, è quello di ridare un’identità a quelle persone alle quali era stata portata via e sostituita da un numero di matricola. È stato possibile reperire il materiale, oltre che tramite ricerca, anche grazie ai parenti dei familiari che hanno collaborato con entusiasmo alla realizzazione.
E tutto questo lo si può trovare nella ‘sezione’ del sito istituzionale dell’Ente al link https://pietre-memoria.comune.empoli.fi.it/, nella quale si racconta la storia della Casa della Memoria, per esempio, il progetto ‘Pietre della Memoria’, gli eventi sulla Memoria che vengono e verranno organizzati in città e chi sono i nostri deportati che non fecero più ritorno a casa. Una ‘sezione’ che verrà aggiornata nei contenuti mano a mano.
Il sindaco di Empoli ha ringraziato per il grande lavoro che è stato fatto di catalogazione e ricerca delle fonti, adesso inserito in una cornice chiara e coerente, destinata a essere tramandata anche sui mezzi digitali per tutte le nuove generazioni. Il primo cittadino sostiene la vitale importanza di ricostruire i volti, le storie, le speranze e le ambizioni di queste persone la cui vita è stata stroncata sul nascere dalla deportazione nei campi nazifascisti. Dietro a delle grandi tragedie ci sono anche delle famiglie che nel loro dolore privato si vedono cambiare tutto in peggio nel nome di un'ideologia basata sull'odio e sulla superiorità di un popolo rispetto agli altri. Nell'anniversario del 25 aprile, afferma ancora il sindaco, il contributo delle Pietre della Memoria verso le attuali e future generazioni serve per far ricordare i pericoli di una dittatura, e dopo 80 anni rimane ancora indispensabile lottare per la pace. Il sindaco sarà presente al Viaggio della Memoria organizzato quest'anno con una rappresentanza degli 11 Comuni, dell'Unione e con circa 200 ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Anche il consigliere comunale con delega alla Cultura della Memoria ha riconosciuto che questa nuova sezione del sito del Comune relativa alle Pietre d'inciampo è l'ultimo tassello di un progetto che ha coinvolto la città di Empoli negli ultimi anni e che ha portato alla realizzazione di tutte le pietre d'inciampo per ognuno dei deportati empolesi nei campi di concentramento nazifascisti e che poi non sono più tornati a casa. È una mappa interattiva che può essere consultata e arricchita per rendere sempre più fruibile la Memoria per tutta la cittadinanza empolese. Un progetto capofila e di ispirazione per un proseguimento della trasmissione dei luoghi della memoria di questa città che dà ancora più valore alle pietre d'inciampo e al lavoro fatto per renderle un patrimonio di tutti gli empolesi.
Chiara Saggio, curatrice dei contenuti del sito e di questo lavoro che lei stessa definisce ‘un sogno che si realizza’, ha cercato tutte le ‘pietre’ e una volta trovate ha creato un file dove annotare le posizioni esatte, con relativi nomi e cognomi dei deportati per poi riportarli su una mappa che si potrà visualizzare anche nel sito. Ma le sembrava troppo poco. Quindi propone di ampliare il progetto, di ricercare tutti i parenti dei deportati e chiedere loro di raccontarle le storie di queste persone, farsi dare da loro foto e qualsiasi cosa potesse restituire a quei nomi, oltre che a un volto, anche la loro vita. I deportati hanno smesso di essere persone nel momento in cui sono entrati nel campo di concentramento: sono stati privati di tutta la loro umanità, hanno tolto loro l’identità, derubati dei loro nomi, fino a che non sono diventati polvere nel vento.
“Ecco, questa è una cosa che accetto con grande difficoltà, ed è stato ciò che mi ha spinta a mettermi in contatto con ogni singolo parente, parlare con loro, spiegare loro il mio progetto e le mie intenzioni - afferma Chiara -. Per poterli ritrovare ho collaborato con l’ufficio anagrafe e con l’archivio storico del comune di Empoli che mi hanno fornito documenti e contatti importanti, ma anche con l’anagrafe di Livorno perché, come si potrà vedere nel sito, 8 dei deportati da Empoli erano sfollati livornesi. Il mio entusiasmo nel portare avanti questo progetto è andato di pari passo con l’entusiasmo dei parenti -con molti dei quali continuo ad avere contatti-, che mi hanno regalato la maggior parte del materiale che si troverà all’interno del sito. Le documentazioni della deportazione sono state ricavate tutte grazie all’archivio online Arolsen, ma il materiale più prezioso, quello che può farci vedere i loro volti, i loro sorrisi, è stato fornito tutto dai parenti. Figli, nipoti, fratelli, sorelle si sono uniti insieme a me in questo percorso fino ad arrivare al sito all’interno del quale si potranno visualizzare le storie di ogni deportato, con le loro biografie, foto e le varie documentazioni che siamo riusciti a trovare – e conclude - Di alcuni purtroppo abbiamo molto poco, infatti tengo a specificare che la ricerca continuerà, nella speranza che questo progetto possa avere una vita più lunga possibile. Inoltre è possibile leggere la storia della Casa della memoria e del progetto Stolpersteine (tradotto letteralmente: pietre d’inciampo) dell’artista Gunter Demnig che, in un modo delicato ma d’impatto, ha trovato un modo per poter riportare a casa tutte queste persone. Veder nascere questo sito è per me un grande sogno realizzato e ringrazio chiunque abbia lavorato con me e abbia reso possibile tutto questo”.
Roberto Bagnoli, presidente di Aned Empolese Valdelsa, sottolinea: “Il progetto “Pietre della Memoria”, ampliamento e completamento del progetto “pietre d’inciampo” è accolto con grande favore dalla Sezione Aned Empolese Valdelsa. Dopo la deposizione delle 42 Pietre d’Inciampo, a memoria dei nostri concittadini deportati dai nazifascisti nei campi di concentramento e sterminio austriaci e che non sono tornati, questo progetto consente, partendo dalle pietre d’inciampo, di costituire una rete di informazioni (foto, testimonianze dei parenti, informazioni relative alla deportazione) precise e documentate, di grande valore storico e sociale. L’utilizzo di questi strumenti – continua Bagnoli - consente una maggiore diffusione delle informazioni, contribuendo ad incrementare la memoria condivisa della storia di uno dei periodi più atroci della nostra storia e delle tragedie che hanno colpito la nostra Città. Con il progetto “Pietre d’Inciampo” è stato iniziato un percorso di valorizzazione della memoria e di restituzione dell’identità degli empolesi deportati e assassinati nei campi nazifascisti. Con il progetto “Pietre della Memoria” questo percorso rappresenta un grande valore aggiunto a questi obiettivi. Un ringraziamento particolare alla curatrice del progetto Chiara Saggio, per il suo impegno e la sua volontà nel portare avanti il progetto e alla amministrazione comunale di Empoli, che ha sempre supportato progetti e iniziative per il mantenimento e la valorizzazione della memoria”.