La Legge di Bilancio del governo Meloni varata un anno fa ha inaugurato lo scellerato progetto di dimensionamento scolastico, cioè l’accorpamento di un certo numero di istituti autonomi con altri istituti, con l’unico obiettivo di avere un numero minore di Dirigenti Scolastici, Direttori dei Servizi Amministrativi e, in prospettiva, un numero minore di plessi scolastici sul territorio. Solo per la Toscana la norma del governo impone di accorpare ben 15 istituti a partire dal 2024/25, per arrivare a 24 nell’arco dei due anni scolastici successivi. L’ennesima cinica operazione di tagli ai danni della scuola.
Contro questo progetto ci siamo mossi fin dallo scorso Gennaio, con iniziative, assemblee e appelli, per denunciare il rischio di impoverimento del tessuto scolastico territoriale, l’abbandono delle aree interne e il rischio di creare istituti giganteschi con numeri esorbitanti di alunni. Lo sciopero generale dello scorso 17 Novembre indetto dalla CGIL aveva fra i suoi obiettivi anche la lotta contro i tagli alla scuola.
Nel frattempo la FLC nazionale e alcune regioni (Campania, Puglia, Emilia-Romagna e Toscana) hanno tentato di ostacolare questo progetto anche sul piano legale, promuovendo ricorsi e vertenze, sia al TAR Lazio sia alla Corte Costituzionale. Purtroppo quest’ultima lo scorso 22 Novembre ha rigettato ogni ricorso, dichiarando che il dimensionamento può andare avanti. Anche la nostra regione pertanto ha dovuto procedere su quella strada e ha dovuto individuare i primi 15 istituti da accorpare, decidendo tuttavia di salvaguardare quelli delle zone più deboli (periferiche, ultraperiferiche, montane e insulari).
In base a uno dei criteri deliberati dalla Regione per procedere ad accorpare gli istituti (numero di alunni inferiore a 600), nel nostro territorio è stato individuato il comprensivo Gonnelli di Montaione e Gambassi, il quale, secondo i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale, avrebbe solamente 594 alunni. Emerge però che i dati dell’USR non sono aggiornati, perché la Dirigente Scolastica dell’IC Gonnelli a fine novembre ha dichiarato che la popolazione studentesca dell’istituto ammonta a 606 unità. Nonostante il problema sia stato posto anche dalle organizzazioni sindacali nella riunione convocata dalla Città Metropolitana lo scorso 6 Dicembre, l’iter è andato avanti e ha portato la Conferenza Zonale a dare il via libera al progetto di accorpare l’IC Gonnelli al comprensivo di Montespertoli.
Riteniamo estremamente grave che la questione del numero di alunni non sia stata adeguatamente affrontata prima di tutto da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale, dal quale ci saremmo aspettati un impegno per la verifica e la certificazione del dato, cosa che avrebbe potuto evitare l’accorpamento dell’IC Gonnelli. Dobbiamo poi sottolineare la totale assenza politica della Città Metropolitana, la quale non ha messo in campo alcuna azione per ottenere risposte e certezze e si è limitata a un ruolo eminentemente tecnico.
La situazione di incertezza prodotta porterà con molta probabilità ad aprire nuovi ricorsi e contenziosi, già annunciati, producendo ulteriore confusione che onestamente poteva e doveva essere evitata in una situazione tanto delicata.
Se gli accorpamenti verranno ratificati dalla delibera regionale, l’Ufficio Scolastico dovrà prendersi l’impegno di assicurare al nuovo comprensivo un organico di personale ATA adeguato al mantenimento della funzionalità dell’apparato amministrativo, nonché della sicurezza e della sorveglianza di tutti i plessi attualmente in funzione, con lo scopo di salvaguardare la rete scolastica del territorio, i plessi attualmente attivi, l’offerta formativa dei due istituti coinvolti, i posti di lavoro. Sappiamo però quanto l’USR abbia più volte disatteso le legittime aspettative delle scuole, e pertanto è necessario che enti locali e Città Metropolitana pretendano questo impegno, facendo valere il loro ruolo istituzionale e politico.
Da parte nostra non verrà meno il contrasto alle scellerate decisioni del governo e del ministero e, nello stesso tempo, la pressione affinché le istituzioni coinvolte agiscano a tutela del nostro tessuto scolastico.