I pronto soccorso della Toscana sono costantemente affollati, con tempi di attesa spesso molto lunghi, soprattutto in caso di urgenze minori. Proprio per cercare di ovviare a tali problemi, da alcuni anni la Regione ha lanciato il sistema ‘See and treat’ (‘Vedi e tratta’): un modello di risposta assistenziale alle urgenze minori che risulta efficace soprattutto nel contenimento delle attese. Dal consueto triage al pronto soccorso scaturiscono due accessi distinti: uno per i casi più gravi e uno per le urgenze minori (appunto il ‘See and treat’), come piccole ferite, abrasioni, contusioni, punture di insetti, ustioni di primo grado, patologie dermatologiche minori, traumi contusivi minori, rino-congiuntiviti. Per poter funzionare il servizio ha un’area allestita ad hoc, solitamente accanto al pronto soccorso, ed è dotato di personale proprio. Chi accede al ‘See and treat' viene accolto direttamente dal primo operatore disponibile (solitamente un infermiere), che porta avanti autonomamente tutte le procedure necessarie fino al loro termine. In questo senso va anche l’istituzione del percorso ‘Fast track’, grazie al quale l’infermiere di triage, in autonomia e dopo aver valutato e accertato il bisogno di salute della persona, la invia direttamente allo specialista competente, qualora presenti un quadro di patologia minore con chiara pertinenza di un solo specialista.
Tutto questo, spiega il coordinatore regionale del NurSind Giampaolo Giannoni, nelle intenzioni. “In realtà - precisa - in base a una ricerca effettuata da NurSind Toscana sembra che Regione e aziende sanitarie non credano veramente a questi percorsi: gli ospedali dove vengono effettivamente realizzati il ‘See and treat’ e il ‘Fast track’ sono pochi e sparsi a macchia di leopardo sul territorio. Molti infermieri che erano stati formati non sono mai stati impiegati in questi percorsi e chi invece li ha portati avanti non ha avuto la minima valorizzazione: sono state dilapidate competenze e risorse, sia umane che economiche, e l’effettiva realizzazione di questi modelli di risposta assistenziale è nelle mani del dirigente medico del singolo pronto soccorso.
Nell’Asl Toscana Centro il quadro vede uno stallo pressoché totale agli ospedali di Empoli (dove presto inizieranno nuovi corsi di formazione) e Pescia (nessun percorso da almeno cinque anni e si registrano resistenze di alcuni medici sulle prescrizioni effettuate dagli infermieri). A Pistoia solo tre infermieri portano avanti il ‘See and treat’, ma non esiste una postazione né personale dedicato. Anche qui sembra che ci sia l’intenzione di formare nuovo personale. Non va meglio a Careggi (percorsi attivi su casi isolati e formazione in atto) né al Meyer, dove non è mai partito nessun percorso e sono formati solo 5 infermieri su 40.
Situazione a due facce nell’Asl Toscana Sud-Est: ad Arezzo al momento è attivo il ‘Fast track’ per oculistica, otorinolaringoiatria, ostetricia e ginecologia, pediatria e ortopedia e le persone formate sono qualche decina, mentre nel grossetano il ‘See and treat’ è attivo in tutti i presidi, anche se con pochi infermieri, e sono ripartiti i corsi. A Le Scotte di Siena viene trattato solo il 30% dei casi (circa mille in dieci mesi) ed esiste un percorso funzionante di ‘fast track’ in ambito dermatologico, oculistico, otorino e ginecologico.
Venendo all’Asl Toscana Nord-Ovest, mentre all’ospedale di Livorno e di Castelnuovo Garfagnana non è attivo nessun percorso, a Lucca e Viareggio funzionano sia il ‘See and treat’ che il ‘Fast track’. Nell’azienda ospedaliero-universitaria pisana, infine, si registrano percorsi per i reparti di oculistica, otorinolaringoiatria e dermatologia, mentre i ‘See and treat’ hanno riguardato una ventina di casi.
“Ci auguriamo - conclude Giannoni - che la Regione voglia tornare a investire quanto prima su entrambi i percorsi, che sono in grado di diminuire in maniera sensibile i tempi di attesa dei cittadini nei pronto soccorso, e che allo stesso tempo premi anche dal punto di vista economico gli operatori. Crediamo che sia il ‘See and treat’ che il ‘Fast track’ possano rappresentare una valorizzazione del lavoro degli infermieri e chiediamo che si lavori anche per risolvere i problemi di tipo medico-legale legati alla firma dei verbali di utenti trattati dal personale infermieristico e alle prescrizioni”.